Di seguito una piccola raccolta di Figli Illustri di Ala e ci scusiamo anticipatamente se qualche personaggio ci è sfuggito e rimaniamo disponibili ad inserire nuove figure qualora fossero indicate dai lettori. Non tutti sono nati ad Ala ma, la nostra Città li sente come figli adottati e il loro contributo è stato importantissimo per il bene della comunità, come Don Bonacquisto.
Don Alfonso Bonacquisto <1605-1667> (Arciprete)
Nasce a Riva del Garda nel 1605, dal 1631 ad Ala ove morì nel 1667. segue un elenco di azioni del Bonacquisto a favore della comunità, della parrocchia e dei fedeli di Ala:
- Il 15 settembre 1631 don Alfonso Bonacquisto ricevette le chiavi della chiesa di Ala;
- estate 1634 primo blocco di fontane ad Ala, grazie ai nobili arrivò l’acqua corrente nelle fontane di Ala (in altri anni il progetto fu completato);
- 1638 consegna una tavola (attesa da tempo) sull’altare della chiesa di san Giovanni grazie alla solerzia del Don;
- il 24 novembre 1642 grazie alla mediazione del Bonacquisto si fermo la diatriba tra la parrocchia di Ala e quella di Serravalle sfociata in tumulti e motti violenti sulle spese da sostenere nel vicariato;
- 1652 creazione dei 12 capitoli e principi per regolare le tante confraternite ecclesiastiche sorte nel periodo alle quali aderivano quasi tutte le famiglie benestanti.
- creazione della “Compagnia della Misericordia” per aiutare i malati alla quale aderirono tutti i nobili di Ala;
- Nel 1654 il Bonacquisto si trovò a dirimere una contesa per una ecclesiastica giurisdizione tra Ala e Mori sul santuario di San Valentino, causa conclusa nel 1762 a Venezia con la vittoria degli Alensi;
- 1656 iniziò grazie alla sua intuizione l’età d’oro del velluto ad Ala, grazie a due fuggiaschi genovesi e a Giambrunone Taddei;
- 1661 e 1667 donò alla parrocchia busti, terreni e soldi per “aumentare et accrescere il culto di Iddio particolarmente verso l’Augustissimo Sacramento dell’Altare“;
- 1667 morì durante i lavori della costruzione della torre a fianco della chiesa.
download (pdf) sulla storia di Don Alfonso Bonacquisto Arciprete di Ala
Gresta Antonio <1671-1727> (pittore)
Antonio Gresta nacque ad Ala il 19 gennaio 1671 da Francesco e Bernardina Burri. Frequenta a Verona l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di ottimi maestri (forse lo stesso Martino Cignaroli). Dal 1701 al 1705 si recò a Venezia per migliorare il proprio talento. Tornato ad Ala, data la sua bravura, iniziò a creare le sue opere sul territorio. Ad Ala si possono ammirare due quadri a tema sacro, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta una pala e la figura della Maddalena, nel palazzo de Pizzini un medaglione e affresco nel salone e inoltre un affresco sul soffitto in casa Taddei. A Trento l’interno della chiesa del Carmine (chiesa demolita), a Rovereto una pittura in onore dell’imperatore Carlo VI (1711) ma sul finire del XVIII secolo venne distrutta come altre sue opere durante la prima guerra mondiale. Nei primi giorni di settembre del 1727 l’artista venne colpito da una malattia che lo portò poi alla morte la notte tra il 12 e il 13 settembre dello stesso anno. Successivamente si sparse la voce che il pittore fosse stato avvelenato ma su questo non vi sono dati certi.https://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Gresta
Affresco nel salone della musica del palazzo de Pizzini
Malfatti Gianfrancesco <1731-1807> (matematico)
Nasce ad Ala nel 1731 nel palazzo di famiglia in via Torre. Studia letteratura a Trento e matematica a Bologna dal gesuita Padre Vincenzo Ricatti. Si trasferisce a Ferrara per insegnare fisica e matematica in una scuola nei locali presso la sua abitazione. Apprezzato per la sua fama nel 1771 fu nominato professore di matematica sublime all’Università di Ferrara. Insegnò per 30 anni all’ateneo. Socio della Società Italiana delle Scienze fece parte dell’Accademia degli Agiati di Rovereto. Grande studioso pubblicò nuovi metodi di soluzioni di equazioni matematiche ed un trattato sull’ellisse del Cassini, oltre a pubblicazioni sulla geometria.
Nel 1805 Malfatti ricevette la nomina di Pensionario anziano della Società Italiana delle Scienze. Morì a Ferrara il 9 ottobre 1807.
Abate Don Antonio Soini <1762-1833> Abate
Nacque ad Ala il 12 gennaio 1762. Consacrato sacerdote nel 1786, abate, ludi magister ad Ala documentato nel 1789 e 1793, ispettore scolastico nel distretto di Ala dal 1799, divenne in seguito prefetto ginnasiale (sempre ad Ala). Iscritto all’accademia degli Agiati di Rovereto dal 1813, fu scrittore storico-economico del suo paese natale. Morì l’11 dicembre 1833.
(SBT-ALA – C B 1112 13 sul recto della carta di guardia anteriore nota manoscritta da Giovanni Battista Pizzini : Questo libro lo ebbi in regalo dall’ | Abate Don Antonio Soini)
Cfr. A. Gonzo, Gli incunaboli e le cinquecentine della Biblioteca comunale di Ala, Trento 2000.
Dott. Giovambattista Taddei < circa 1780-1836>
Laureatosi a Vienna nel 1804 divenne medico condotto ad Ala nel 1806, autore di uno scritto sulla pellagra, si prodigò contro varie epidemie scoppiate nel territorio:
- A Chizzola, Pilcante e Serravalle ottenendo un encomio ufficiale del Governo;
- una epidemia di vaiolo scoppiata a Trento e Rovereto lo vide salvare Ala fermando il contagio con oltre 2500 vaccinazioni fatte personalmente;
- compilò uno studio sulla vaccinazione di successo, con disposizioni a riguardo seguite come metodo di lavoro;
- curò un principe francese di Nemours che era di passaggio su indicazioni personali del generale Radetzky;
- chiamato a lavorare alla corte di Francia rifiutò come anche la cattedra all’università di Padova;
- 1836 alla prima grande epidemia di colera ad Ala alla soglia del pensionamento aiutò altri medici ma fu colpito e morì assieme ad altri 242 alensi.
Pizzini, Antonio <1767 -1821> studioso
Studia belle lettere e filosofia a Verona poi passa all’università di Bologna, fu studioso di storia.
Pizzini, Giovanni Battista <1800-1893>.
Nato ad Ala nel 1800, figlio di Domenico, frequentò il collegio “Rupertinum” di Salisburgo tra il 1814 e il 1816. Fondò nel 1844 la Società di Mutuo Soccorso tra i tessitori di velluto di Ala e ne fu il presidente fino al 1867 diventandone poi nuovamente presidente onorario nel 1885. Nel 1846 fece parte della commissione per la costruzione del teatro di Ala inaugurato nel 1849. Direttore del ginnasio dal 1858 al 1869, fu il fondatore della biblioteca prima ginnasiale e poi civica e nel 1862 fu presidente della società filarmonica. Morì nel 1893 lasciando alla città numerosi legati e molti volumi di importanti “memorie” riguardanti la vita cittadina.
Cfr. A. Gonzo, Gli incunaboli e le cinquecentine della Biblioteca comunale di Ala, Trento 2000.
de Pizzini, Antonio <1834-1898> Agronomo
Studioso di storia naturale e agronomia, scrisse e pubblicò trattati di agraria. Fu socio dell’Accademia Roveretana degli Agiati, presidente del Consorzio agrario di Trento; fondò una stazione metereologica ad Ala. Ricoprì la carica di podestà di Ala. Lasciò in eredità al Ginnasio di Ala la propria biblioteca. Parte della sua collezione libraria deriva dalla biblioteca di don Filippo Bernardi, come attestato dal timbro utilizzato.
Cfr.: A. Gonzo, Gli incunaboli e le cinquecentine della Biblioteca Comunale di Ala, Trento 2000.
Luigi Dalla Laita <1847-1939>
Nacque ad Ala il 26 marzo del 1847, da Domenico e Fait Domenica. Da giovane lavora, prima come segretario presso lo studio di un avvocato, poi per la stesura delle mappe catastali del comune di Avio. A 25 anni si iscrisse all’Accademia di Belle Arti a Venezia ed in soli due anni ottenne l’abilitazione all’insegnamento del disegno nelle scuole tecniche. Nel 1875 il Dalla Laita fece ritorno ad Ala, dove lavorò duramente a diverse opere pubbliche soprattutto per i comuni di Ala e Avio. Attraverso i suoi lavori rese caratteristico il centro storico, alcune strade e piazze della comunità alense. Nel 1880 venne nominato professore di disegno sia presso il Ginnasio di Ala che presso la scuola per artieri (scuola d’arte) sempre ad Ala. Successivamente, nel 1889, frequentò inoltre i corsi di aggiornamento per il personale docente di Innsbruck della durata di circa cinque mesi. Nel 1890 divenne docente nelle nuove Scuole industriale per apprendisti di Ala e direttore nel maggio 1900. Dalla Laita tenne la cattedra fino al 20 maggio 1915 dato che il 21 maggio venne arrestato dalla polizia austriaca in quanto ritenuto un traditore e deportato a Katzenau.
Nel dopoguerra ricominciò a lavorare parecchio come Presidente del Comitato Onoranze ai Caduti di Passo Buole ed inoltre si dedicò ad un progetto riguardante la costruzione di un ossario nella zona di San Valentino e Passo Buole. Grazie al contributo del Dalla Laita tra il 1919 ed il 1920 venne riaperta la Scuola per Apprendisti della quale fu direttore e docente. Il Dalla Laita si impegnò in particolare nella Scuola Industriale di perfezionamento poi inizialmente consigliere comunale, nel 1920 fu decorato con la croce di Cavaliere della Corona d’Italia, nel 1924 fu nominato Regio Ispettore Onorario per i Monumenti, Antichità e Belle Arti ed infine nel 1937 fu nominato Commendatore del re Vittorio Emanuele III. Luigi Dalla Laita morì il 6 aprile del 1939 lasciando la compagna, Edvige Kofler, che si spense due anni dopo.
Ciò che rende ancora più particolare la figura di Luigi Dalla Laita è certamente la sua passione per il collezionismo. Nella sua collezione erano presenti foto rare, disegni, progetti, cronache giornalistiche, epistolari, mobili, oggetti vari, quadri, che teneva nella sua casa. Il Dalla Laita morì ad Ala il 16 aprile del 1939 e lasciò tutti i suoi oggetti al comune. Ora fortunatamente nella biblioteca comunale di Ala è possibile trovare le collezioni del Museo civico Luigi Dalla Laita.
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Dalla_Laita
Giacomo Sartori <1860-1946> compositore musicista
Giacomo Sartori nacque ad Ala l’8 marzo del 1860 da Domenico, barbiere, ed Edvige Lutteri. La vocazione musicale prese però il sopravvento e il retrobottega divenne un piccolo centro culturale nel segno della musica. Giacomo cominciò a dedicarsi allo studio e alla composizione di brani che in poco tempo ebbero successo. Nel 1881 s’iscrisse alla Società Musicale di Ala come “apprendista violino”, nel 1888 invece interpretò una fantasia di Roberto il diavolo di Meyerbeer nella sala della Filarmonica della sua città.
Giacomo portò a termine gli studi in violino, mentre approfondì il mandolino e la chitarra da autodidatta.
Nel 1889 Giacomo Sartori sposò Elvira Wagmeister, ebbe quattro figli e qualche anno dopo Giacomo rimase prematuramente vedovo. Negli anni della Grande Guerra si trasferì profugo con la famiglia a Verona, dove suonò spesso come primo violino in concerti sinfonici. Finita la guerra, lasciò Verona e si trasferì presso la figlia sposata a Trento.
Dal 1919 al 1938 diresse l’orchestra mandolinistica del Club Armonia di Trento. Si dedicò anche alla composizione di musiche per strumenti a plettro. Le sue musiche, stampate e pubblicate dal giornale Il Mandolino di Torino e dal Mandolinista italiano di Milano vennero suonate e apprezzate in Italia e nel mondo. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento era chiamato il “Lehar del mandolino”. A suo nome sorsero in molte città italiane ma anche all’estero (Austria, Germania, Svizzera, Francia, Ungheria, America Latina) club e orchestre a plettro.
Giacomo Sartori morì il 25 marzo del 1946 a Trento. Quattro anni dopo Ala, la sua città natale, lo ha onorato intitolandogli il suo teatro.
Nel Trentino particolarmente famoso divenne L’Inno di Katzenau, altri furono scritti per il Veloce Club, il Club Armonia e nel 1900 L’Inno del finanziere per le Fiamme Gialle di Verona.
Fra le sue più di 200 sonate per mandolino
https://it.wikipedia.org/wiki/Giacomo_Sartori_(compositore)